Chi c’insegna l’integrazione?Chi ci prepara ad andar d’accordo tra diversi?Qual’è il confine tra la legittima conservazione e la necessaria trasformazione?Quali sono i tratti irrinunciabili del nostro volto?E quali linee dell’altro possono arricchirci il ritratto?
Mille STRATI del mio RITRATTO!Mille fili pendono dal mio VOLTO oltrepassano il TEMPO e lo SPAZIOe varcano CONFINI, inni, bandiere.Mille STRATI mi annodano ad altre lingue ad altri genti, ad altre culture!Mille STRATI mi legano AL MONDO INTERO!
Calligrafia araba per abbozzare un cielo stellato!Poesia dialettale lecchese scritta e riscritta infinite volteper delineare il profilo del Resegone e per ribadire suoniI suoi ricordi. Tradizioni. RADICI dell’identità locale!Cultura autoctona e cultura ospiteConvivere in armonia arricchendosi e completandosi.
Si può conciliare etno-diversità e contaminazione?E’ possibile opporsi vivamente alla cancellazione delle differenze tra le civiltà?e favorire allo stesso tempo gli osmosi tra le differenti culture?
Se potessimo scrutare attentamente le due facce del robustissimo muroalzato tra Oriente ed OccidenteScopriremmo varchi. porosità, fenditure e magari anche apertureda cui potremmo affacciarci gli uni sugli altri.
Parole che incatenano! Parole che liberano!Le parole della nostra lingua -fede, tradizioni, educazione, istruzione-sono mattoni che, man mano che edificano la nostra identità,plasmano i nostri pensieri, innalzano alti muri attorno a noi.Ai confini della nostra Cultura saremo sorpresi di scoprire altre genti, altri usi, altre fedisaremo sorpresi di scoprire altri frammenti di “noi stessi”!
Potenti di tutta la terra! Dimettetevi!Dopo millenni della vostra deleteria strategia“Se vuoi la pace prepara la guerra”Lasciateci sognare la pace preparando la pace.Dimettetevi!Lasciateci “sperimentare” altri modi e altri mondi.
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